A geographical approach to the European financial crisis

a cura di Maria G. Lucia e Luca S. Rizzo
Aracne, 2014

The financial crisis has further awoken interest in the field of economic geography. Indeed the crisis spread beyond financial and economic realm with differential aspects and with dissimilar impacts across the world and each country has reacted in a different way, according to the caracheristics of their own economic and political system. In this sense the European Union is a representative case due to the fact that the financial crisis has revealed the limits caused by the absence of an appropriate Community economic policy. This has seriously worsened existing difficulties arising from a not yet well-defined governance framework and from social and economic inequalities. The authors of the book draw attention to the economic, social and territorial impacts of the crisis, with a primary focus on the Italian issues and to the trends and prospects of the EU policy agenda.

Recensione (di Andrea Perrone): 

Dal 2008 stiamo assistendo alla più grave recessione mai vista dopo la Seconda guerra mondiale. La difficile situazione internazionale ha colpito duramente il debito sovrano degli Stati dell’Unione europea. La crisi ha fatto la sua comparsa dopo anni di stabilità economica e di aumento dell’occupazione, provocando una stagnazione prolungata.
La difficile congiuntura ha favorito l’interesse da parte degli studiosi digeografia economica nel comprendere le dinamiche dei processi territoriali prevalenti nell’interazione tra la scala locale e lo scenario globale di crisi.
Sono questi gli elementi fondanti del volume in esame, che presenta un’analisi approfondita e realistica della crisi. L’UE rappresenta un ambito di studio molto utile a comprendere e valutare le possibilità di superamento della crisi del debito, dopo aver compreso che la debolezza è causata dalla mancanza di una politica unitaria. È questa la componente che caratterizza la crisi dello spread e che assume connotati diversi in funzione delle diverse economie dei paesi dell’Euro. Soprattutto, quello che emerge da questa disamina è l’assenza di scelte condivise da parte di tutti i partner dell’Unione Europea. Una realtà dagli esiti imprevedibili, che provoca ulteriori difficoltà per la mancanza di una soluzione unanimemente condivisa.
Del resto, la crisi ha avuto un impatto diverso in funzione della situazione economica interna dei singoli Stati, aumentando le difficoltà in cui annaspano le economie di alcuni paesi rispetto ad altri, in relazione alle loro diseguaglianze economiche e sociali, soprattutto in rapporto al loro quadro interno.
Gli Autori dei contributi hanno voluto porre l’accento sull’impatto della crisi a livello economico, sociale e territoriale, analizzando il caso italiano così come il trend e le prospettive in termini di scelte politiche dell’Unione Europea. Ciò che emerge con maggiore evidenza dalla crisi europea è la crescita delle diseguaglianze sociali e il problema dell’esclusione delle famiglie e delle imprese dall’accesso al credito. Una crisi che pesa enormemente sulle politiche di welfare e sul mercato del lavoro, nonché sulle possibilità che l’Unione Europea adotti strategie adeguate per affrontare i suddetti problemi e per assecondare i nuovi equilibri geopolitici che stanno emergendo a scala globale.