A cura di Floriana Galluccio, Francesco Bonini, Luigi Blanco, Simona Mori
Recensione (di Leonardo Rombai): Nella collana “Quaderni di Storia, Politica ed Economia” di Rubbettino Editore compare il corposo volume curato da quattro specialisti di storia e geografia politico-amministrativa: un'opera dall'impianto organico, comprendente numerosi scritti che sono il frutto di una lunga ricerca che ha coinvolto studiosi afferenti a diverse aree disciplinari (specialmente storia e diritto ma anche geografia con Floriana Galluccio e Maria Luisa Sturani). Nell'ampia Introduzione firmata dai quattro curatori vengono presentate – con il progetto di lavoro ancora in corso, invero assai ambizioso, essendo finalizzato alla costruzione dell'Atlante storico delle circoscrizioni amministrative nell'Italia unita – le tematiche e problematiche trattate nel libro: che vedono al centro il nodo problematico della staticità o dinamicità della maglia amministrativa dello Stato con le sue contraddizioni, aspetti che anche oggi sono oggetto di discussione politica. In altri termini, la discussione verte sulla formazione e sul funzionamento istituzionale dello Stato italiano con la sua identità, “neocostituitosi – come scrive il direttore dei Quaderni Paolo Gheda nella Presentazione – nel tentativo di fondere le pluralità etnico-culturali e istituzionali attraverso il difficile e discontinuo processo di italianizzazione”, nel lungo periodo fra l'unità e il fascismo o fino allo Stato repubblicano e anche fino ai nostri giorni. Vengono considerati – sempre con riferimento ai lasciti preunitari nelle varie parti del Paese, con la marcata disomogeneità dei reticoli – i nuovi soggetti istituzionali nei molteplici ritagli amministrativi a base territoriale (una maglia complessa e frammentata), nella loro evoluzione di lungo periodo, con la consapevolezza che le circoscrizioni amministrative furono l'esito di un processo di costruzione che si basò non solo sulla lotta politica ma anche sugli interessi materiali nel loro intreccio fra centro e periferia. Da qui, la trattazione del ruolo delle città per la genesi e il funzionamento dei circondari amministrativi e delle loro articolazioni provinciali, delle prefetture e sottoprefetture, delle circoscrizioni giudiziarie, per finire con i ritagli riferibili alla pubblica sicurezza, all'amministrazione finanziaria, all'organizzazione delle funzioni turistiche e persino al governo ecclesiastico. Il tutto in un'ottica di possibile utilizzazione dei risultati in senso applicativo, come dimostra la considerazione finale sulle “urgenze imposte dalla crisi internazionale” che – in Italia e in Europa – “rendono ormai improcrastinabile l'affrontare il nodo del governo di questi processi con visioni nuove in grado di intercettare le mutate esigenze sociali, affinché si renda possibile e prenda avvio una diversa crescita del Paese”.
La parte prima – Quadri – abbraccia cinque saggi di carattere generale – tutti bene impostati e documentati – rivolti alla ricostruzione delle modalità di definizione del profilo istituzionale alla scala delle circoscrizioni territoriali del nuovo Regno, con quelle economico-finanziarie, giudiziarie e militari quasi sempre non coincidenti con il ritaglio amministrativo in Comuni, in Province e poi in Compartimenti e Regioni. L'analisi parte dai circondari ovvero i livelli intermedi fra provincia e comune – che sul modello dell'arrondissement francese esistevano nel Piemonte sabaudo e in altri Stati – oppure i livelli sovraprovinciali di tipo compartimentale, pure presenti e talora funzionali all'amministrazione finanziaria o giudiziaria o a quella ecclesiastica (Simona Mori). Mori ripercorre dettagliatamente la storia e quindi la fortuna della maglia dei circondari intercomunali (caratterizzati come organi di competenza delle sottointendenze e sottoprefetture) e dei loro capoluoghi nell'Italia liberale (con i tanti cambiamenti intervenuti anche nei singoli comuni che ne facevano parte), fino ai provvedimenti fascisti che moltiplicarono il numero delle province e di fatto posero fine all'esperienza circondariale. Gli altri scritti considerano la complessa maglia delle circoscrizioni giudiziarie (mandamenti e preture, circondari e tribunali, corti di appello e di assise e distretti), con i mutamenti intervenuti alla fine del XIX secolo, durante il Ventennio e la Repubblica (Antonella Meniconi); le circoscrizioni dei Carabinieri Reali, con le modifiche effettuate nell'intera età unitaria nell'altrettanto composita maglia delle stazioni, sezioni, luogotenenze, compagnie e divisioni, con approfondimento della ricerca nei casi di studio di Gerace in Calabria e di Lecco in Lombardia (Flavio Carbone); la geografia delle circoscrizioni del Ministero delle Finanze (intendenze, direzioni e compartimenti), ricostruita nel primo cinquantennio unitario (Daniele Sanna); e le province ecclesiastiche, ovvero la maglia diocesana tratteggiata nel lungo periodo unitario con via via le soppressioni o gli accorpamenti e le promozioni di vescovati e arcivescovati e con i recenti adeguamenti delle province religiose all'ordinamento regionale (Francesco Bonini).
La parte seconda – Dinamiche – comprende un saggio davvero notevole di vaglio critico delle ricche fonti documentarie a disposizione dello studioso, conservate specialmente nell'Archivio di Stato di Torino, per lo studio dell'assetto circoscrizionale del Regno di Sardegna nell'Ottocento preunitario, con i progetti e le realizzazioni soprattutto degli anni della Restaurazione e del Risorgimento (Leonardo Mineo), e quattro scritti dedicati, rispettivamente: all'assetto provinciale negli anni a cavallo dell'unità, con le permanenze, le promozioni e le perdite delle autonomie e dignità amministrative, con frequenti cambiamenti dei confini delle circoscrizioni (prima alla scala del Regno sabaudo e poi a quella dell'Italia settentrionale: Ivan Costanza); e specificamente nel Molise e in Puglia, con la promozione di Taranto e Brindisi nei tempi fascisti, e con le spinte sia centrifughe e sia regionalistiche, all'interno e verso le confinanti regioni di Molise e Daunia, tratteggiate fino ad oggi (Anna Lucia Denitto); sui processi di regionalizzazione in qualche modo attuati in epoca fascista, avvertibili in provvedimenti legislativi istitutivi di organismi come i Provveditorati alle Opere Pubbliche, l'Azienda Autonoma della Strada, gli Ispettorati Agrari Regionali, i Provveditorati agli Studi regionali ed altri ancora, tutti con competenze a base compartimentale o pluriprovinciale (Francesca Sofia); e alle dinamiche urbane in rapporto alle circoscrizioni comunali sempre in epoca fascista, con il fallito progetto della “Grande Torino” (Maria Luisa Sturani). Sturani sottolinea come le riforme fasciste dell'ordinamento locale siano state poco esplorate nelle loro implicazioni territoriali, nonostante la crescita della letteratura specifica, con il caso piemontese che sta a dimostrare una “intensa trasformazione” della maglia, “con la moltiplicazione delle province e il radicale sfoltimento dei comuni”. Speciale attenzione viene prestata al caso, rimasto virtuale per il mancato appoggio governativo, della “Grande Torino”, ovvero del progetto municipale del 1927-28, ripreso sostanzialmente nel 1930-32 e anche successivamente, evidenziato mediante tre chiare carte tematiche, di incorporo nella comunità cittadina di quelle contermini (come in quel periodo venne approvato e realizzato per Milano, Venezia, Napoli e Trento): e ciò per meglio rispondere alle grandi trasformazioni territoriali in atto, tra le due guerre, in una città in ragguardevole crescita economica, demografica e urbanistica.
Le parti terza e quarta sono dedicate a specifici casi di studio, che tratteggiano quadri storico-territoriali di società istituzionale in formazione – tra continuità e discontinuità – in varie regioni tra la metà del XIX secolo, la dittatura fascista e i primi governi repubblicani: dalla nuova Provincia poi Regione autonoma Val d'Aosta (circoscrizione regionale a carattere storico e “naturale” per eccellenza: Alessandro Celi, Paolo Gheda), alla nuova Provincia d'età fascista di Pistoia (Carlo Vivoli); “dall'immensa pianura impaludata e deserta” alle nuove Comunità e alla nuova Provincia dell'agro pontino, bonificato tra le due guerre mondiali, con la Cassa per il Mezzogiorno e i processi di sviluppo dell'immediato dopoguerra (Oscar Gaspari), alla definizione negli anni immediatamente unitari – con i cambiamenti apportati successivamente – dei collegi elettorali in Abruzzo (Tito Forcellese), in Sicilia (Carmen Trimarchi) e in Sardegna (Salvatore Mura); per concludere con la creazione dei comprensori turistici – in raccordo con le funzioni della Cassa per il Mezzogiorno – nell'Italia meridionale alla metà degli anni '60 del secolo scorso (Lorenzo Durazzo). Segue la chiamata in causa di situazioni amministrative di altri paesi europei (Spagna e Germania), in un'ottica di confronto e comparazione, ovvero di verifica di analogie o diversità e di originalità di comportamenti: è il caso dell'organizzazione territoriale, a base provinciale, dello Stato in Spagna dai tempi dell'antico regime fino alla Costituzione del 1978 (con l'ampia ricerca geostorica di Jacobo Garcia Alvarez, corredata da cinque chiare carte tematiche) e delle circoscrizioni amministrative e dell'autorità di governo in Prussia prima e in Germania poi nei secoli XIX-XX (Anna Gianna Manca).
Conclude il volume il saggio di grande interesse di Paola Carlucci e Stella Di Fazio che presentano le potenzialità di ricerca – anche sulla variegata tematica dell'organizzazione amministrativa a base territoriale dello Stato, specialmente per il periodo preunitario ma anche per l'unitario fino grosso modo alla seconda guerra mondiale – della Guida generale degli Archivi di Stato italiani, edita dall'Ufficio Centrale per i Beni Archivistici dai primi anni '80 e di recente disponibile anche nella trasposizione nel sistema informatico (portale SAN). La Guida infatti risulta particolarmente attenta a fare emergere i ruoli e i fondi documentari di tutte le istituzioni centrali e periferiche dello Stato che si conservano nei vari Archivi. Viene anche presentato il progetto, in corso di realizzazione, di un Atlante storico istituzionale, ovvero un Atlante delle località che mira a individuare per ogni località le modifiche di denominazione e di circoscrizione territoriale in diversi momenti, nell'ambito di uno stesso Stato”: uno strumento che potrà essere utilizzato con grande vantaggio “per qualunque futura operazione descrittiva” relativa “alla storia del territorio e delle istituzioni per essere via via arricchito di dati relativi a periodi storici antecedenti all'unità d'Italia, e/o a tipologie di circoscrizioni territoriali (ecclesiastiche, giudiziarie, militari ecc.) differenti da quelle amministrative che attualmente popolano il modello” già disponibile.
Rubettino, 2016
Il quadro delle circoscrizioni territoriali in Italia è complesso, variegato e ben poco noto. Disegna plurali «orizzonti di cittadinanza», che esprimono la corposità della presa sociale delle istituzioni politiche e amministrative e la concretezza del rapporto del cittadino con le istituzioni. Le partizioni si intersecano, condizionandosi mutualmente, in un bricolage continuo. Frutto di un confronto di anni, con la partecipazione di decine di studiosi di diverse discipline, questo volume, con i suoi venti saggi, articolati in quattro sezioni (quadri, dinamiche, casi, confronti), intende da un lato porre le basi per un Atlante storico delle circoscrizioni amministrative italiane, dall’altro fornire un orientamento di lungo periodo alla progettazione istituzionale multilivello che conosce anche oggi una particolare effervescenza, per riannodare i fili di un rinnovato impegno civile.
Recensione (di Leonardo Rombai): Nella collana “Quaderni di Storia, Politica ed Economia” di Rubbettino Editore compare il corposo volume curato da quattro specialisti di storia e geografia politico-amministrativa: un'opera dall'impianto organico, comprendente numerosi scritti che sono il frutto di una lunga ricerca che ha coinvolto studiosi afferenti a diverse aree disciplinari (specialmente storia e diritto ma anche geografia con Floriana Galluccio e Maria Luisa Sturani). Nell'ampia Introduzione firmata dai quattro curatori vengono presentate – con il progetto di lavoro ancora in corso, invero assai ambizioso, essendo finalizzato alla costruzione dell'Atlante storico delle circoscrizioni amministrative nell'Italia unita – le tematiche e problematiche trattate nel libro: che vedono al centro il nodo problematico della staticità o dinamicità della maglia amministrativa dello Stato con le sue contraddizioni, aspetti che anche oggi sono oggetto di discussione politica. In altri termini, la discussione verte sulla formazione e sul funzionamento istituzionale dello Stato italiano con la sua identità, “neocostituitosi – come scrive il direttore dei Quaderni Paolo Gheda nella Presentazione – nel tentativo di fondere le pluralità etnico-culturali e istituzionali attraverso il difficile e discontinuo processo di italianizzazione”, nel lungo periodo fra l'unità e il fascismo o fino allo Stato repubblicano e anche fino ai nostri giorni. Vengono considerati – sempre con riferimento ai lasciti preunitari nelle varie parti del Paese, con la marcata disomogeneità dei reticoli – i nuovi soggetti istituzionali nei molteplici ritagli amministrativi a base territoriale (una maglia complessa e frammentata), nella loro evoluzione di lungo periodo, con la consapevolezza che le circoscrizioni amministrative furono l'esito di un processo di costruzione che si basò non solo sulla lotta politica ma anche sugli interessi materiali nel loro intreccio fra centro e periferia. Da qui, la trattazione del ruolo delle città per la genesi e il funzionamento dei circondari amministrativi e delle loro articolazioni provinciali, delle prefetture e sottoprefetture, delle circoscrizioni giudiziarie, per finire con i ritagli riferibili alla pubblica sicurezza, all'amministrazione finanziaria, all'organizzazione delle funzioni turistiche e persino al governo ecclesiastico. Il tutto in un'ottica di possibile utilizzazione dei risultati in senso applicativo, come dimostra la considerazione finale sulle “urgenze imposte dalla crisi internazionale” che – in Italia e in Europa – “rendono ormai improcrastinabile l'affrontare il nodo del governo di questi processi con visioni nuove in grado di intercettare le mutate esigenze sociali, affinché si renda possibile e prenda avvio una diversa crescita del Paese”.
La parte prima – Quadri – abbraccia cinque saggi di carattere generale – tutti bene impostati e documentati – rivolti alla ricostruzione delle modalità di definizione del profilo istituzionale alla scala delle circoscrizioni territoriali del nuovo Regno, con quelle economico-finanziarie, giudiziarie e militari quasi sempre non coincidenti con il ritaglio amministrativo in Comuni, in Province e poi in Compartimenti e Regioni. L'analisi parte dai circondari ovvero i livelli intermedi fra provincia e comune – che sul modello dell'arrondissement francese esistevano nel Piemonte sabaudo e in altri Stati – oppure i livelli sovraprovinciali di tipo compartimentale, pure presenti e talora funzionali all'amministrazione finanziaria o giudiziaria o a quella ecclesiastica (Simona Mori). Mori ripercorre dettagliatamente la storia e quindi la fortuna della maglia dei circondari intercomunali (caratterizzati come organi di competenza delle sottointendenze e sottoprefetture) e dei loro capoluoghi nell'Italia liberale (con i tanti cambiamenti intervenuti anche nei singoli comuni che ne facevano parte), fino ai provvedimenti fascisti che moltiplicarono il numero delle province e di fatto posero fine all'esperienza circondariale. Gli altri scritti considerano la complessa maglia delle circoscrizioni giudiziarie (mandamenti e preture, circondari e tribunali, corti di appello e di assise e distretti), con i mutamenti intervenuti alla fine del XIX secolo, durante il Ventennio e la Repubblica (Antonella Meniconi); le circoscrizioni dei Carabinieri Reali, con le modifiche effettuate nell'intera età unitaria nell'altrettanto composita maglia delle stazioni, sezioni, luogotenenze, compagnie e divisioni, con approfondimento della ricerca nei casi di studio di Gerace in Calabria e di Lecco in Lombardia (Flavio Carbone); la geografia delle circoscrizioni del Ministero delle Finanze (intendenze, direzioni e compartimenti), ricostruita nel primo cinquantennio unitario (Daniele Sanna); e le province ecclesiastiche, ovvero la maglia diocesana tratteggiata nel lungo periodo unitario con via via le soppressioni o gli accorpamenti e le promozioni di vescovati e arcivescovati e con i recenti adeguamenti delle province religiose all'ordinamento regionale (Francesco Bonini).
La parte seconda – Dinamiche – comprende un saggio davvero notevole di vaglio critico delle ricche fonti documentarie a disposizione dello studioso, conservate specialmente nell'Archivio di Stato di Torino, per lo studio dell'assetto circoscrizionale del Regno di Sardegna nell'Ottocento preunitario, con i progetti e le realizzazioni soprattutto degli anni della Restaurazione e del Risorgimento (Leonardo Mineo), e quattro scritti dedicati, rispettivamente: all'assetto provinciale negli anni a cavallo dell'unità, con le permanenze, le promozioni e le perdite delle autonomie e dignità amministrative, con frequenti cambiamenti dei confini delle circoscrizioni (prima alla scala del Regno sabaudo e poi a quella dell'Italia settentrionale: Ivan Costanza); e specificamente nel Molise e in Puglia, con la promozione di Taranto e Brindisi nei tempi fascisti, e con le spinte sia centrifughe e sia regionalistiche, all'interno e verso le confinanti regioni di Molise e Daunia, tratteggiate fino ad oggi (Anna Lucia Denitto); sui processi di regionalizzazione in qualche modo attuati in epoca fascista, avvertibili in provvedimenti legislativi istitutivi di organismi come i Provveditorati alle Opere Pubbliche, l'Azienda Autonoma della Strada, gli Ispettorati Agrari Regionali, i Provveditorati agli Studi regionali ed altri ancora, tutti con competenze a base compartimentale o pluriprovinciale (Francesca Sofia); e alle dinamiche urbane in rapporto alle circoscrizioni comunali sempre in epoca fascista, con il fallito progetto della “Grande Torino” (Maria Luisa Sturani). Sturani sottolinea come le riforme fasciste dell'ordinamento locale siano state poco esplorate nelle loro implicazioni territoriali, nonostante la crescita della letteratura specifica, con il caso piemontese che sta a dimostrare una “intensa trasformazione” della maglia, “con la moltiplicazione delle province e il radicale sfoltimento dei comuni”. Speciale attenzione viene prestata al caso, rimasto virtuale per il mancato appoggio governativo, della “Grande Torino”, ovvero del progetto municipale del 1927-28, ripreso sostanzialmente nel 1930-32 e anche successivamente, evidenziato mediante tre chiare carte tematiche, di incorporo nella comunità cittadina di quelle contermini (come in quel periodo venne approvato e realizzato per Milano, Venezia, Napoli e Trento): e ciò per meglio rispondere alle grandi trasformazioni territoriali in atto, tra le due guerre, in una città in ragguardevole crescita economica, demografica e urbanistica.
Le parti terza e quarta sono dedicate a specifici casi di studio, che tratteggiano quadri storico-territoriali di società istituzionale in formazione – tra continuità e discontinuità – in varie regioni tra la metà del XIX secolo, la dittatura fascista e i primi governi repubblicani: dalla nuova Provincia poi Regione autonoma Val d'Aosta (circoscrizione regionale a carattere storico e “naturale” per eccellenza: Alessandro Celi, Paolo Gheda), alla nuova Provincia d'età fascista di Pistoia (Carlo Vivoli); “dall'immensa pianura impaludata e deserta” alle nuove Comunità e alla nuova Provincia dell'agro pontino, bonificato tra le due guerre mondiali, con la Cassa per il Mezzogiorno e i processi di sviluppo dell'immediato dopoguerra (Oscar Gaspari), alla definizione negli anni immediatamente unitari – con i cambiamenti apportati successivamente – dei collegi elettorali in Abruzzo (Tito Forcellese), in Sicilia (Carmen Trimarchi) e in Sardegna (Salvatore Mura); per concludere con la creazione dei comprensori turistici – in raccordo con le funzioni della Cassa per il Mezzogiorno – nell'Italia meridionale alla metà degli anni '60 del secolo scorso (Lorenzo Durazzo). Segue la chiamata in causa di situazioni amministrative di altri paesi europei (Spagna e Germania), in un'ottica di confronto e comparazione, ovvero di verifica di analogie o diversità e di originalità di comportamenti: è il caso dell'organizzazione territoriale, a base provinciale, dello Stato in Spagna dai tempi dell'antico regime fino alla Costituzione del 1978 (con l'ampia ricerca geostorica di Jacobo Garcia Alvarez, corredata da cinque chiare carte tematiche) e delle circoscrizioni amministrative e dell'autorità di governo in Prussia prima e in Germania poi nei secoli XIX-XX (Anna Gianna Manca).
Conclude il volume il saggio di grande interesse di Paola Carlucci e Stella Di Fazio che presentano le potenzialità di ricerca – anche sulla variegata tematica dell'organizzazione amministrativa a base territoriale dello Stato, specialmente per il periodo preunitario ma anche per l'unitario fino grosso modo alla seconda guerra mondiale – della Guida generale degli Archivi di Stato italiani, edita dall'Ufficio Centrale per i Beni Archivistici dai primi anni '80 e di recente disponibile anche nella trasposizione nel sistema informatico (portale SAN). La Guida infatti risulta particolarmente attenta a fare emergere i ruoli e i fondi documentari di tutte le istituzioni centrali e periferiche dello Stato che si conservano nei vari Archivi. Viene anche presentato il progetto, in corso di realizzazione, di un Atlante storico istituzionale, ovvero un Atlante delle località che mira a individuare per ogni località le modifiche di denominazione e di circoscrizione territoriale in diversi momenti, nell'ambito di uno stesso Stato”: uno strumento che potrà essere utilizzato con grande vantaggio “per qualunque futura operazione descrittiva” relativa “alla storia del territorio e delle istituzioni per essere via via arricchito di dati relativi a periodi storici antecedenti all'unità d'Italia, e/o a tipologie di circoscrizioni territoriali (ecclesiastiche, giudiziarie, militari ecc.) differenti da quelle amministrative che attualmente popolano il modello” già disponibile.