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L'invenzione del globo. Spazio, potere, comunicazione nell'epoca dell'aria

di Matteo Vegetti
Einaudi, 2017

Il libro ripensa la globalizzazione a partire dall'idea che il nostro tempo sia partecipe di una rivoluzione spaziale paragonabile solo a quella che, all'epoca della conquista degli oceani, ha fatto sorgere l'età moderna. Sviluppando la riflessione di Carl Schmitt, Vegetti indica nell'avvento della spazialità aerea l'esordio di una seconda fase globale, che attraverso l'aviazione, le onde elettromagnetiche, i sistemi della telecomunicazione satellitare, i viaggi spaziali e la tecnologia informatica ha plasmato un nuovo spazio e una nuova coscienza spaziale. L'autore studia in chiave genealogica gli effetti riconducibili a questa profonda transizione storica: effetti di ordine politico e sociale, ma anche antropologici, dato che la metamorfosi dello spazio esige un riorientamento complessivo del rapporto tra il soggetto e il mondo cui appartiene. In questa prospettiva il volume interroga la crisi della statualità e la nascita di un nuovo ordine globale ancora in cerca di se stesso.

Stato, spazio, urbanizzazione

di Neil Brenner
Guerini scientifica, 2017

Le città, le regioni, i processi di integrazione europea e della globalizzazione si fondano su dinamiche, movimenti e linee di frattura che delineano una profonda ricomposizione dello stato nazionale come struttura fondante della vita politica e sociale moderna. Il lavoro di Neil Brenner è tra i più innovativi ed importanti contributi alla comprensione delle dinamiche di ricomposizione dello spazio nell’epoca globale. I saggi qui raccolti propongono una nuova grammatica teorica per decifrare la grande trasformazione contemporanea e metterne in evidenza la portata. Brenner in queste pagine si sofferma in particolare sul processo di regionalizzazione e riqualificazione scalare in corso nell’Europa occidentale dagli anni Settanta ad oggi e sulla necessità di ripensare il concetto di urbano al di là della reificazione che lo identifica con gli agglomerati che definiamo comunemente città.

Recensione (di Tiziano Moretti):

Per una nuova globalizzazione

di Milton Santos
Arcoiris, 2016

A quindici anni dalla prima pubblicazione, questo libro è come era Milton Santos: attuale, anticipatore, intelligente e critico, sognatore, ironico ma, a suo modo, malinconico. La sua fede incrollabile nella scienza situata e metodologicamente coerente lo conduce, una volta di più, a conclusioni e proiezioni prospettiche che denunciano la sua doppia natura di pensatore lucido e illuminato da una grande sensibilità.

Orizzonti di cittadinanza. Per una storia delle circoscrizioni amministrative dell'Italia unita

A cura di Floriana Galluccio, Francesco Bonini, Luigi Blanco, Simona Mori
Rubettino, 2016

Il quadro delle circoscrizioni territoriali in Italia è complesso, variegato e ben poco noto. Disegna plurali «orizzonti di cittadinanza», che esprimono la corposità della presa sociale delle istituzioni politiche e amministrative e la concretezza del rapporto del cittadino con le istituzioni. Le partizioni si intersecano, condizionandosi mutualmente, in un bricolage continuo. Frutto di un confronto di anni, con la partecipazione di decine di studiosi di diverse discipline, questo volume, con i suoi venti saggi, articolati in quattro sezioni (quadri, dinamiche, casi, confronti), intende da un lato porre le basi per un Atlante storico delle circoscrizioni amministrative italiane, dall’altro fornire un orientamento di lungo periodo alla progettazione istituzionale multilivello che conosce anche oggi una particolare effervescenza, per riannodare i fili di un rinnovato impegno civile.

Recensione (di Leonardo Rombai):

Commons/Comune. Geografie, luoghi, spazi, città

di Autori vari
Società di studi geografici, 2016

Il tema dei beni comuni ha suscitato negli ultimi decenni un notevole dibattito scientifico e culturale, ispirando al contempo movimenti sociali, sperimentazioni pratiche, proposte di definizione teorica e di inquadramento legislativo. Si tratta di un tema ideale per una disciplina come la geografia che è, da un lato, empirica e orientata alle pratiche ma, d’altro lato, particolarmente propensa alla riflessione teorica e critica. In questo volume si raccolgono i numerosi contributi presentati nella quinta edizione della giornata di studio “Oltre la globalizzazione” della Società di studi geografici, che si è tenuta a Roma l’11 dicembre del 2015. Ne deriva una trattazione ampiamente transdisciplinare del tema dei beni comuni, sia dal punto di vista teorico sia attraverso l’analisi di casi studio.



Recensione (di Emanuela Gamberoni):

Connectography. Le mappe del futuro ordine mondiale

di Parag Khanna
Fazi editore, 2016

Da Singapore, il famoso stratega geopolitico indiano Parag Khanna si è spostato verso le mete più disparate, dall’Ucraina all’Iran, dalle miniere della Mongolia a Nairobi, dalle coste atlantiche al circolo polare artico. Grazie ai suoi viaggi ha avuto modo di osservare i mutamenti epocali che stanno investendo il mondo. Migrazioni, megalopoli, Zone Economiche Speciali, comunicazioni e cambiamenti climatici stanno ridisegnando la geografia planetaria: gli Stati non sono più definiti dai loro confini, bensì dai flussi di persone e di legami finanziari, commerciali ed energetici che quotidianamente li attraversano. In questo scenario anche lo scontro fra potenze assume nuove forme. Connectography è una mappa dettagliatissima che ci offre una lucida analisi del presente e propone una visione ottimistica del futuro che ci attende: un mondo in cui le linee che lo connettono sono molte di più di quelle che lo separano.

Recensione (di Stefano De Falco): 

Europa, terra di estranei

di Ash Amin
Mimesis, 2016

"Europa, terra di estranei" può essere considerato il libro della maturità di Ash Amin: in esso si riflette la vasta area di tematiche che nel corso del tempo egli ha affrontato con un approccio che abbatte ogni steccato disciplinare. Il libro tratta argomenti che spesso si intersecano (la città, il ruolo della biopolitica, la natura e il peso dei legami sociali) e che tuttavia, secondo uno sviluppo logico, conducono a chiarire progressivamente la possibilità di realizzare - pur in un contesto come quello attuale caratterizzato da razzismo, discriminazioni e stigmatizzazioni - nuove forme di collaborazione e solidarietà tra estranei. Non nuove comunità fondate su identità e legami forti ma reciproca accettazione tra diversi e indifferenza per le differenze. Dopo la lettura del libro di Amin è difficile non riconsiderare i propri convincimenti sulla società e la politica contemporanea. In questo è la forza di questo volume.

Hitler's geographies: The spatialities of the Third Reich

a cura di Paolo Giaccaria e Claudio Minca
University of Chicago Press, 2016

"Lebensraum" the entitlement of legitimate Germans to living space."Entfernung" the expulsion of undesirables to create empty space for German resettlement. During his thirteen years leading Germany, Hitler developed and made use of a number of powerful geostrategical concepts such as these in order to justify his imperialist expansion, exploitation, and genocide. As his twisted manifestation of spatial theory grew in Nazi ideology, it created a new and violent relationship between people and space in Germany and beyond. With "Hitler's Geographies" editors Paolo Giaccaria and Claudio Minca examine the variety of ways in which spatial theory evolved and was translated into real-world action under the Third Reich. They have gathered an outstanding collection by leading scholars, presenting key concepts and figures as well exploring the undeniable link between biopolitical power and spatial expansion and exclusion


Recensione (di Chiara Giubilaro): 

Il disegno dell'Europa. Costruzioni cartografiche dell'identità europea

di Mario Neve
Mimesis, 2016

Le carte geografiche sono oggetti che suscitano ancora curiosità, ma il cui potere persuasivo è tutt'altro che riconosciuto. La loro vera natura resta ancora dominio degli specialisti, anche grazie all'analfabetismo geografico indotto dalle riforme dell'istruzione. In effetti, le mappe hanno sempre fatto circolare fiducia in una determinata visione del mondo, quindi in una specifica lettura politica della realtà e, a volte, ne hanno reso possibile la progettazione. Perché quindi "disegno dell'Europa"? Perché questo libro sceglie di seguire il filo conduttore delle rappresentazioni geografiche di ciò che oggi viene chiamata identità europea, cercando di mostrare il ruolo delle mappe sia come certificazione di un dominio territoriale in atto sia come prefigurazione di un territorio da realizzare. L'Europa che conosciamo sarebbe stata la stessa senza carte geografiche? Quanto delle odierne difficoltà nell'immaginare e realizzare una effettiva unità europea sono da attribuire a una sorta di 'sindrome cartografica'?

Architettura del dissenso. Forme e pratiche alternative dello spazio urbano

di Colin Ward
Elèuthera, 2016

Colin Ward (1924-2010), uno dei principali protagonisti del pensiero anarchico della seconda metà del Novecento, è stato anche un instancabile osservatore della storia sociale nascosta dell'urbanistica e dell'abitare: alle forme popolari e non-ufficiali di costruzione e manipolazione degli spazi urbani ha dedicato oltre venti libri. Gli interventi raccolti in questa antologia documentano le sue riflessioni sull'architettura e l'urbanistica, condotte con la precisione dello studioso, la freschezza dell'autodidatta e la passione del militante. Lo sguardo irregolare e partecipe di Ward rintraccia i "semi sotto la neve" di una possibile genealogia delle pratiche costruttive alternative, collegando tra loro esperienze e figure tra le più disparate: da Bernard Rudofsky agli scalpellini medievali, da Giancarlo De Carlo ai "paesaggi improvvisati" nel sud dell'Inghilterra, da Hassan Fathy agli autocostruttori di tutti i tempi.

Corpi, spazi, movimenti. Per una geografia della dislocazione

di Chiara Giubilaro
Unicopli, 2016

Migrazioni, esili e diaspore rappresentano l'evento più significativo del nostro tempo. Il mondo di oggi è ininterrottamente attraversato da uomini e donne che con il peso dei loro corpi e la forza dei loro slanci sfidano non soltanto le frontiere degli stati ma anche i confini delle nostre teorie e immaginazioni. Se il mondo diventa un immenso luogo di passaggio, segnato e significato dai percorsi e dalle storie di chi lo attraversa, la Geografia Culturale è allora chiamata a riportare il movimento al centro del proprio discorso e ad aprirsi a nuove immaginazioni e a nuovi spazi. Intrecciando teorie postcoloniali e studi di genere, filosofie post-struttraliste e riflessione biopolitica, il volume si propone di ripensare criticamente la spazialità e la sua relazione con il movimento, nel tentativo di mettere in questione i regimi di spazialità dominanti e di dar luogo ad una geografia che sia capace di disperdere il cerchio della frontiera e di aprirsi all'evento dell'altro.

Ecologia e libertà

di André Gorz
Orthotes, 2015

L'intento primario di questa nuova traduzione di "Ecologia e libertà" (1977) è quello di favorire il rilancio del dibattito italiano sull’opera del fondatore dell'ecologia politica André Gorz. E' un libro straordinariamente anticipatore. In esso la crisi della natura non si pone come esterna all'economia, alla società, alla politica; ne è semmai il volto estremo, il sintomo inaggirabile. André Gorz è tra i primi a pensare la questione ambientale nella sua non-autosufficienza, nella sua impossibilità a spiegarsi da sé: essa dischiude infatti una crisi del produttivismo occidentale e del capitalismo industriale che possiede un'origine storica e che richiede una soluzione politica. Tale soluzione, peraltro, non fornisce alcuna garanzia sulla desiderabilità o meno del suo esito: il testo torna a più riprese sul rischio concreto di una deriva tecnofascista, cioè di una risposta autoritaria alle sfide ecologiche. Il degrado degli equilibri biosferici schiude infatti uno scenario fortemente polarizzato: alla tentazione dispotica deve far fronte un progetto sociale complessivo capace di coniugare la sostenibilità ambientale e l'autonomia individuale e collettiva. Il nesso tra ecologia e libertà, dunque, non si dà in natura - non sta nelle cose: bisogna produrlo, curarlo, difenderlo.

Recensione (di Roberta Gemmiti):

Atlante delle città perdute

di Aude de Tocqueville
Bompiani, 2015

Le città sono mortali quanto le civiltà e possono sparire dalle carte geografiche. L’Atlante delle città perdute racconta i destini imprevisti eppure assolutamente reali di oltre quaranta città oggi scomparse. Dalla breve e delirante avventura di Sanzhi, a Taiwan, nata dall’immaginazione di impresari edili appassionati di design futurista, alla splendida città sumera di Mari, sperduta nel cuore della Siria, per non parlare di Pryp’jat’, in Ucraina, lasciata dall’oggi al domani dopo la catastrofe nucleare di Černobyl’; ciascuna di queste città abbandonate rivela i suoi misteri. Follia degli esseri umani, catastrofe naturale, avvenimento storico, declino economico… qualunque siano le cause, queste scomparse ci pongono domande, ci affascinano e assillano le nostre memorie.

Atlante dei paesi che non esistono

di Nick Middleton
Rizzoli, 2015

Nick Middleton, professore di geografia a Oxford e autore di libri di viaggio, ci conduce in una magica esplorazione di paesi che, privi di riconoscimento diplomatico o di un seggio alle Nazioni Unite, costituiscono un mondo di confini mobili, leader visionari e popoli dimenticati. Dalla Crimea al Tibet, dall'ultima colonia africana alla repubblica europea che ha goduto di un solo giorno di indipendenza, i luoghi di questo libro vivono una condizione fluida: hanno una bandiera e un territorio rivendicato, possono essere visitati, ma non sono riconosciuti ufficialmente. Cinquanta carte geografiche, storie curiose, dati e numeri danno vita a un atlante davvero unico.

Atlante delle micronazioni

di Graziano Graziani
Quodlibet, 2015

Di motivi per fondare una nazione ce ne sono tantissimi: idealismo, goliardia, politica, persino l'evasione fiscale. Qui si raccontano i casi più strani e suggestivi di una pratica molto più diffusa di quanto ci si immagini, dichiarare l'indipendenza di una microscopica parte di territorio e proclamarsi re o presidente. Pochi sanno, ad esempio, che oltre a San Marino e al Vaticano, esistono in Italia un paese e un'isoletta che vantano la sovranità assoluta sui propri territori, sulla base di diritti acquisiti prima dell'unità d'Italia; o che in Australia è stata fondata una nazione per tutelare i diritti degli omosessuali, mentre in Africa e in Sud America alcuni "stati inesistenti" hanno dichiarato l'indipendenza al solo scopo di emettere buoni del tesoro fittizi. Questo libro vuole essere un atlante di storie e personaggi, una geografia di luoghi a metà strada tra realtà e immaginazione e che spesso si dissolvono con la scomparsa del loro fondatore. 

Espulsioni. Brutalità e complessità nell'economia globale

di Saskia Sassen
Il Mulino, 2015

Quando parliamo di disuguaglianza e povertà rischiamo di ragionare in termini "vecchi", appartenenti alla logica di inclusione che governava sia i paesi comunisti, sia quelli capitalisti dopo le devastazioni della Seconda guerra mondiale; termini che non colgono la frattura storica oggi sotto i nostri occhi. "Espulsioni" denota meglio quel processo dell'economia politica globale che spinge "forzosamente" lavoratori, piccole e medie imprese, agricoltori al di là dei confini del sistema, rendendoli invisibili e consegnandoci indicatori economici più favorevoli ma svianti. Ogni misura di austerità ridefinisce e riduce lo spazio economico, e i programmi di risanamento del debito altro non sarebbero - argomenta il libro - che "meccanismi disciplinari" finalizzati non a massimizzare l'occupazione e la produzione, ma a sostenere e rafforzare la nuova economia, quella delle "formazioni predatorie".

Recensione (di Simon Maurano): 

Geografie politiche d'Africa. Trame, spazi, narrazioni

di Angelo Turco
Unicopli, 2015

La geografia politica dell'Africa illustra fin nelle sue pieghe più profonde la complessità del continente. Senza pretendere di sistematizzare una materia versatile, che sembra sfuggire da tutte le parti, viene rappresentato il filo possibile di una narrativa in cui contano non solo le correlazioni logiche, ma altresì la rete dei rinvii, delle assonanze, delle allegorie, delle rappresentazioni, degli immaginari. La prospettiva territoriale propone sempre un intreccio: più o meno felice, più o meno cooperativo o conflittuale. Come mescolanza, la geografia immunizza chi si accosta all'Africa dalle trappole degli egemonismi culturali. In questo libro, battaglie e conquiste, scenari e sguardi e discorsi, relazioni transcalari, trasformazioni di piccoli e grandi spazi, veicolano sempre i punti di vista degli africani, e non si limitano ad esprimere le storie e le ragioni degli "altri": anche quando questi altri si rivelano importanti, come l'Islam, il colonialismo, i variegati attori della postcolonia.

Recensione (di Paolo Roberto Federici):

Fare spazio. Pratiche del comune e diritto alla città

a cura di C. Bernardi, F. Brancaccio, D. Festa, B.M. Mennini
Mimesis, 2015

Ripensando il tema del diritto alla città attraverso la nozione di comune, questo volume afferma un metodo utile a problematizzare il campo del discorso giuridico e, al contempo, a ripensare la spazializzazione del diritto. Dove la produzione del diritto investe la mutevole geografia del capitalismo, l'esperienza dei commons urbani ci parla di soggettività politiche eterogenee che abitano le città e che resistono alle logiche speculative della mercificazione, del consumo e della rendita. Questa spazializzazione del capitalismo a livello globale ci porta a ripensare lo spazio stesso, la sua produzione, il suo statuto simbolico, così come la sua organizzazione a diversi livelli scalari, in particolar modo in Europa. 



Recensione (di Emanuele Frixa):

La logica del confine. Per un'antropologia dello spazio nel mondo romano

di Gianluca De Sanctis
Carocci, 2015

Il confine rappresenta il simbolo delle relazioni che una comunità stabilisce al suo interno e con lo spazio circostante; costruire un confine significa separare, ma anche creare, inventare un luogo e dotarlo di regole proprie. Per rendere sicuri e inviolabili i confini i Romani hanno scelto la via della "sacralizzazione" o addirittura della "divinizzazione", tentando di sottrarre i confini all'eventualità della revocabilità o della negazione a cui sono esposte tutte le creazioni umane. Per questo le morti sul o per il confine sono paradigmatiche e ammonitrici. Dalle storie che le raccontano si dipartono fili che legano tra loro alcuni nodi fondamentali della cultura romana - il rapporto con gli dèi, la costruzione dello spazio, il valore performativo dell'immagine, la nascita della legge, le regole del potere - che permettono di cogliere le ragioni di questa "ossessione" per i confini che costituisce uno dei caratteri più originali dell'antropologia romana.

Recensione (di Leonardo Mercatanti):

Il diritto alla città

di Henry Lefebvre
Ombre Corte, 2014 (riedizione)

Il diritto alla città di cui ci parla Henri Lefebvre non esprime semplicemente la rivendicazione di bisogni essenziali. Esso si configura come una qualità specifica dell'urbano, che comprende la possibilità di sperimentare una vita urbana alternativa. "Il diritto alla città - scrive Lefebvre - si presenta come forma superiore dei diritti, come diritto alla libertà, all'individualizzazione nella socializzazione, all'habitat e all'abitare". Tale diritto implica perciò una riappropriazione di tempi e spazi del vivere urbano, una ristrutturazione delle relazioni sociali, politiche ed economiche a partire da un drastico cambiamento nell'arena decisionale. La riedizione di questo libro, apparentemente lontano nel tempo, appare particolarmente opportuna in un momento in cui in molti si chiedono se stiamo assistendo a una nuova crisi urbana, e il concetto di "diritto alla città" è largamente utilizzato per provare a definire le rivendicazioni dei movimenti sociali urbani contemporanei.

Recensione (di Fabiana D'Ascenzo):