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Territorialità: concetti, narrazioni, pratiche. Saggi per Angelo Turco

a cura di Claudio Arbore e Marco Maggioli
Franco Angeli, 2017

Ad Angelo Turco e al suo itinerario di ricerca questo libro vuole rendere omaggio. L'intreccio di saperi, linguaggi e pratiche che si è sviluppato attorno alle riflessioni e alle ricerche di Angelo Turco sulla territorialità ha attivato nuovi campi teorici, posizionamenti eterodossi, dialoghi e conflitti sullo statuto, sul metodo e sul ruolo della geografia e ha conferito così una nuova centralità al rapporto soggetto/attore/individuo nel quadro degli assetti che innervano il territorio. Queste tematiche sono qui riprese da venti importanti autori, italiani e stranieri, che rileggono e reinterpretano alcuni tra i principali nuclei interpretativi della territorialità. A che punto siamo? Come si intrecciano i piani delle pratiche e delle narrazioni? Quali sono le implicazioni per le scienze del territorio e per quelle sociali? Il volume si presenta come un vero e proprio programma epistemologico e metodologico del sapere geografico. Un corpus conoscitivo e interpretativo che si mette in dialogo con le altre scienze umane e sociali.

Per una nuova globalizzazione

di Milton Santos
Arcoiris, 2016

A quindici anni dalla prima pubblicazione, questo libro è come era Milton Santos: attuale, anticipatore, intelligente e critico, sognatore, ironico ma, a suo modo, malinconico. La sua fede incrollabile nella scienza situata e metodologicamente coerente lo conduce, una volta di più, a conclusioni e proiezioni prospettiche che denunciano la sua doppia natura di pensatore lucido e illuminato da una grande sensibilità.

Equilibri artici. L'umanesimo ecologico di Jean Malaurie

di Giulia Bogliolo Bruna
CISU, 2016

"Equilibri artici. L'umanesimo ecologico di Jean Malaurie" ripercorre l'itinerario intellettuale dell'eclettico studioso, "monumento" della cultura francese cui hanno reso un vibrante omaggio il mondo accademico e la sfera istituzionale. Attingendo a un ricco ed inedito materiale documentario, questo saggio, traduzione italiana di "Jean Malaurie: une énergie créatrice" (Parigi, Armand Colin, 2012) ne illustra la feconda creatività che si è espressa in una pluriforme - ma organica - produzione scientifica ed editoriale.

Recensione (di René Maury): 

Corpi, spazi, movimenti. Per una geografia della dislocazione

di Chiara Giubilaro
Unicopli, 2016

Migrazioni, esili e diaspore rappresentano l'evento più significativo del nostro tempo. Il mondo di oggi è ininterrottamente attraversato da uomini e donne che con il peso dei loro corpi e la forza dei loro slanci sfidano non soltanto le frontiere degli stati ma anche i confini delle nostre teorie e immaginazioni. Se il mondo diventa un immenso luogo di passaggio, segnato e significato dai percorsi e dalle storie di chi lo attraversa, la Geografia Culturale è allora chiamata a riportare il movimento al centro del proprio discorso e ad aprirsi a nuove immaginazioni e a nuovi spazi. Intrecciando teorie postcoloniali e studi di genere, filosofie post-struttraliste e riflessione biopolitica, il volume si propone di ripensare criticamente la spazialità e la sua relazione con il movimento, nel tentativo di mettere in questione i regimi di spazialità dominanti e di dar luogo ad una geografia che sia capace di disperdere il cerchio della frontiera e di aprirsi all'evento dell'altro.

Viaggio alle regioni equinoziali del Nuovo Continente

di Alexander von Humboldt (a cura di F. Farinelli)
Quodlibet, 2014

La Coruña: 5 giugno 1799, un giovane scienziato prussiano s’appresta a varcare l’Oceano Atlantico lasciandosi alle spalle non soltanto l’Europa ma il XVIII secolo. Fino ad allora i viaggi erano stati d’esplorazione, occasioni per allargare i confini del mondo conosciuto. La spedizione che Alexander von Humboldt compie insieme all’amico e botanico Aimé Bonpland è, come scrive Franco Farinelli nell’introduzione, “il viaggio dei viaggi, nel senso che la sua forma ne riassume e comprende tutti i generi e tutti i modi: dal viaggio sentimentale a quello d’esplorazione, dal viaggio scientifico a quello letterario (…) per tale motivo, lo spazio americano viene definitivamente acquisito, finalmente depurato di ogni mito e credenza, dalla cultura europea”. Tornato in Europa raccoglie quest’esperienza, scientifica, intellettuale e naturalmente avventurosa, nei trenta volumi del Voyage aux régions équinoxiales du Nouveau Continent. L’antologia, a cura di Franco Farinelli, traccia un quadro del personaggio e del viaggio ed è illustrata da Stefano Arienti.

Recensione (di Luca Muscarà):

Franco Farinelli. Del mapa al laberinto

di Bernat LLadò
Icaria editorial, 2013

La geografía es el saber arquetípico de la cultura occidental: a partir de esta premisa Franco Farinelli recorre un camino fascinante a través de la historia de la geografía y de algunos de los hitos que jalonan el pensamiento occidental. Con su afán por representar el mundo, por dibujar sobre un plano el cuerpo esférico de la Tierra, los geógrafos habrían inaugurado la epistemología dominante en nuestra cultura. Desde Anaximandro hasta las actuales ciencias cognitivas, pasando por Ptolomeo, Brunelleschi, Kant o Heidegger, el paradigma cognitivo fundamental de Occidente procede de la proyección cartográfica. Un modelo que no solo ha configurado nuestra mente y estructurado nuestra cultura sino que ha producido nuestro territorio. Porque para Farinelli, el mapa precede al territorio.

Geografia delle diaspore

di Antonio Stopani
Aracne, 2013

Diaspora è un semplice sinonimo di migrazione internazionale? Si tratta di una tipologia particolare di movimento migratorio? Descrive un carattere etnico trasmesso in situazione di emigrazione? Sviluppando una prospettiva geografica, questo libro risponde a tali quesiti mettendo al centro dell'analisi i legami attivati consapevolmente dai migranti tra loro e l'elaborazione di una vicenda migratoria condivisa.

Recensione (di Leonardo Rombai):


L'America dimenticata. I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo

di Lucio Russo
Mondadori, 2013

La quasi totalità degli studiosi ha finora negato l'esistenza di antichi contatti tra l'America e il Vecchio Mondo, ma in questo libro, indagando su una questione apparentemente secondaria di storia della geografia (l'origine di un grossolano errore di Tolomeo), si dimostra che le fonti ellenistiche dell'antico geografo conoscevano latitudini e longitudini di località dell'America centrale. Questa scoperta costringe a rivedere sotto una nuova luce molti aspetti della storia. Da una parte mostra come il crollo delle conoscenze che investì il mondo mediterraneo all'atto della conquista romana sia stato ben più profondo di quanto in genere si creda. Dall'altra apre nuovi possibili scenari di lungo periodo, lasciando intravedere la possibilità di sostituire all'idea oggi dominante dell'evoluzione indipendente e parallela delle civiltà un'unica storia, connessa sin dalla remota antichità.

Recensione (di Angela Alaimo):

Geografia e filosofia. Materiali di lavoro

di Marcello Tanca
Franco Angeli, 2013

Nei nostri ricordi scolastici geografia e filosofia rappresentano mondi separati e lontani, che poco o nulla hanno a che fare l'uno con l'altro. Questa spartizione ha dietro di sé una lunga storia - che se non è lunghissima, è ancora viva e presente nella cultura contemporanea. Nonostante lo "spatial turn" registratosi nelle scienze sociali negli ultimi anni, la storia dei prestiti e delle contaminazioni tra discorso filosofico e discorso geografico attende ancora, in larga parte, di essere scritta. Questo lavoro parte da una precisa ipotesi interpretativa: l'esplorazione conoscitiva e materiale della Terra, il tratto che più di ogni altro caratterizza l'epoca moderna e senza il quale non si darebbe globalizzazione, sarebbe stata impensabile senza le molteplici connessioni, interferenze e sovrapposizioni tra geografia e filosofia. Si tratta allora di ripensare il rapporto tra quelli che sono a tutti gli effetti dei dispositivi di produzione di immagini del mondo e di riportare alla luce alcune delle tappe più significative di un percorso comune così poco conosciuto: da Kant a Foucault, passando per Hegel, Marx e Heidegger.

Recensione (di Dino Gavinelli):

Anarchici ed editori. Reti scientifiche, editoria e lotte culturali attorno alla Nuova Geografia Universale di Elisèe Reclus

di Federico Ferretti
Zero in condotta, 2011

La critica ha spesso considerato l'opera maggiore di Élisée Reclus, la Nouvelle Géographie Universelle, come un lavoro meno interessante rispetto ad altri titoli della produzione reclusiana. Sui 19 volumi di questa geografia enciclopedica ha pesato a lungo il pregiudizio che si trattasse di un'opera poco significativa dal punto di vista politico, sospettata anche di "censura" da parte dell'editore Hachette. Questo libro mira a ricostruire la genesi di un'opera che si intreccia con la storia della fondazione del movimento anarchico, perché ha visto al lavoro nella Svizzera francofona degli anni 1870 e 1880 un'équipe di geografi che erano allo stesso tempo fra i principali animatori della componente antiautoritaria della Prima Internazionale. Partendo dall'analisi di corrispondenze inedite, questo libro vuole collocare la geografia universale di Reclus nel suo corretto contesto storico, politico e culturale, per coglierne il significato politico al di là delle necessità editoriali e contingenti. 

Recensione (di Marcella Schmidt di Friedberg): 

La geopolitica del Novecento. Dai Grandi Spazi delle dittature alla decolonizzazione

di Mario G. Losano
Mondadori, 2011

La geopolitica esiste di fatto da quando esistono gli Stati. Ma fiorì come scienza nella prima metà del XX secolo e divenne uno strumento delle dittature di quegli anni; per questa ragione, dopo la seconda guerra mondiale, su di essa cadde il silenzio. Oggi la geopolitica ha riacquistato uno status scientifico e questo libro ne analizza la genesi prima e dopo la Grande guerra, l’ascesa e la caduta nelle dittature di Germania, Italia, Giappone, Spagna e Portogallo e, infine, la rinascita odierna. Il saggio si sofferma anche sulle vicende e sulle figure dei protagonisti della geopolitica: il coinvolgimento nazionalsocialista del generale e professore tedesco Karl Haushofer; la tragedia di suo figlio Albrecht, funzionario nazista e resistente; l’aviatore italiano Giulio Douhet, teorico dei bombardamenti a tappeto; lo storico spagnolo Jaime Vicens Vives, geopolitico nella tenaglia fra Repubblica e franchismo; il teorico brasiliano del meticciato Gilberto Freyre.

Recensione (di Marco Antonsich):